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venerdì 20 marzo 2009

Cosa c'è, se c'è, oltre l'Universo?

Una spiegazione teologica sarebbe la più semplice: il “tutto” è stato creato da Dio che E’ l’Essere che E’ per antonomasia, al di fuori del tempo e dello spazio in un eterno presente, infinito ed immutabile. L’ essere è, il non-essere non è, scrive Parmenide negando il nulla, in quanto non essere; quindi esiste solo l’essere infinito ed immutabile.Resta da spiegare il divenire, o quello che ci appare come divenire, ossia lo scorrere del tempo e la trasformazione delle cose, incompatibile con la staticità dell’essere, poiché presuppone un passaggio dall’essere al non essere, come ad esempio la morte.Anche Platone si era posto il problema e, in contrasto con Parmenide, fa un distinguo, infatti le idee nell’ iperuranio sono immutabili e quindi eterne, mentre il mondo delle cose, semplificando e forzando un po’ un‘ espressione moderna, è un ologramma sfuocato dell’iperuranio, materializzato dal Demiurgo, che non è un creatore, ma è la forza ordinatrice.
Dunque un Dio, essendo immutabile, non potrebbe intervenire nel mondo reale in perpetuo fieri, ma osserviamo che tutte le principali religioni fondano il loro credo sull’ intervento di Dio, sia nella creazione del cosmo che nella nostra vita di tutti i giorni.
Dogmaticamente si ammette che Dio è infinito ed immutabile, ma anche potentissimo.”Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare” (Dante inf. III e V canto)
Non mi piacciono i dogmi e, a rischio di andare all’inferno, io continuo a “dimandare”.
Le attuali teorie cosmologiche, che cercano di conciliare la meccanica quantistica e la relatività generale, spiegano l'origine dell'universo come una fluttuazione dallo stato di vuoto.
La fluttuazione ha prodotto la singolarità che esplodendo, il Big Bang, porta all’espansione dell’Universo quindi, dopo miliardi di anni, alla nascita del sistema solare.
Con la teoria dell’evoluzione si spiega la comparsa della vita e dell' uomo sulla Terra. Come dire : ex nihilo omnia.Il “tutto “ è nato dal “Nulla” per una casuale fluttuazione del vuoto.
Dunque un percorso logico, scientifico e perfettamente ateo.Problema risolto? Assolutamente no.
Il Nulla è l’ossessione e l’incubo del pensiero filosofico, da Aristotele a Plotino ad Agostino, a Cusano ad Hegel, ad Heidegger, a Sartre, a Kierkegaard che scrive: La disperazione è il terrore del vuoto, del non essere altro che niente.”,Leonardo da Vinci: "Infralle cose grandi che fra noi si trovano, l'essere del nulla è grandissima"(codice Atlantico) e Leopardi: "In somma, il principio delle cose, e di Dio stesso, è il nulla".(Zibaldone).
Un po’ tutti i filosofi, per un verso o per un altro,si sono posti il problema del nulla.
Anche la scienza moderna, continua ad interrogarsi sull'esistenza e su cosa sia il "nulla", per due motivi: perché il pensiero scientifico è connesso al pensiero filosofico e perché per comprendere il mondo fisico è necessario conoscere le proprietà del vuoto.
Il vuoto quantistico non è affatto vuoto, infatti per il principio di indeterminazione di Heisenberg, è un oceano in continua agitazione, in cui avviene che particelle e antiparticelle nascano ed annichiliscano immediatamente. E’ un vuoto ”mediamente vuoto”, ma non è il “nihil”.
Quindi l’universo, non è nato dal “Nulla” ma da qualcosa che esisteva già nel “vuoto” quantistico.
Ma perché “esiste” questo vuoto ”mediamente vuoto”?
Ubi veritas?
Quaeritur!

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