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martedì 5 ottobre 2010

L’amore oltre

                 La strada si snodava in un bel bosco di castagni e di acacie, il profumo di primavera si spandeva all’interno d’una piccola utilitaria che, a sua volta, irradiava una musica giovane e a tutto volume. Due fidanzatini, Claudia e Giulio ritornavano felici alle loro case, dopo aver trascorso la giornata, con gli amici, a fare il classico picnic del 1°maggio, tra canti, balli e bisticci amorosi. La strada era tortuosa, viscida ed in una curva Giulio non riuscì a controllare l’auto che, sbandando, uscì di strada.
                Uno schianto tremendo contro un albero e i due corpi furono sbalzati sull’asfalto. Questo era lo scenario che apparve agli occhi dei soccorritori. Giulio, pur ferito gravemente, ma parzialmente lucido, sentì la voce disperata di un loro amico che gridava: “Per Claudia non c’è più niente da fare, Giulio è ancora vivo! Presto un’ambulanza!” Si risvegliò in un letto d’ospedale con un dolore fisico che gli attanagliava tutto il corpo, ma più forte del dolore era il tormento ed il rimorso per la morte di Claudia, ne invocava, con voce rotta dal pianto, il suo nome.
                Inutilmente l’infermiere cercava di calmarlo dicendogli che i medici erano riusciti, con difficoltà, a tamponare le emorragie e che, agitandosi, rischiava che le ferite si riaprissero.
                Quando all’improvviso si udì la voce di un dottore: ”Signorina le ho spiegato la situazione. E’ molto grave, sono le macchine che lo tengono in vita, la prognosi è riservatissima, entri pure, ma non lo faccia affaticare.”
              “Infermiere”Si lamentò Giulio con un filo di voce:”Ho le allucinazioni vedo la mia ragazza, ma la mia ragazza è morta”
             “Guardi che la signorina che è entrata è viva, ora vi lascio soli.” E rivolto alla ragazza:” Mi raccomando non si trattenga troppo.”
            “Non si preoccupi, solo pochi attimi, il mio tempo sta per scadere.” “No, non può essere, Claudia è morta! Chi sei?”
             “Sono Claudia, la tua Claudia.” Con voce tremolante e con le lacrime agli occhi gli pose una busta sul letto, gli sfiorò le labbra, come per un ultimo bacio, e mormorò:”Giulio, amore mio, addio.”
             Si accasciò al suolo ed invano i medici tentarono di rianimarla. Il giovane l’aver visto due volte la morte della sua ragazza l’aveva completamente sconvolto, un forte sedativo lo fece dormire a lungo.
           Al risveglio si ricordò della busta, ma non poteva aprirla, era pressoché paralizzato dalle fasciature e dalle flebo.
            Nella stanza era entrato un frate e gli fece un cenno per farlo avvicinare. “Padre, mi potrebbe, per favore, leggere questa lettera. Non mi posso muovere.”
            Il religioso aprì la busta e cominciò a leggere.

           Caro Giulio, quando leggerai questa lettera noi non ci saremo più. Ho detto “noi” sì proprio noi.
Devi sapere che i miei genitori, non potendo avere figli, si erano rivolti ad un ginecologo specializzato in fecondazioni artificiali, ma senza risultato. Vedendo, la disperazione dei miei, il dottore propose loro una tecnica sperimentale, molto simile alla clonazione. L’intervento riuscì solo che, o per la tecnica non ancora ben collaudata o per un caso imprevedibile, nacquero due gemelle siamesi, con lo stesso DNA, e perfettamente identiche. Si rese necessaria una difficile operazione per separarle e poi, con altre operazioni di chirurgia plastica, furono nascoste le cicatrici.
          Le battezzarono Carla e Gianna e adesso ti chiederai chi sia la Claudia che hai conosciuto e che amavi: ho una grave colpa nei tuoi confronti, avrei dovuto spiegartelo prima.
         Giulio perdonami, ma all’inizio della nostra conoscenza non ritenni opportuno rivelarti questo segreto, poi non ne ho avuto il coraggio. Ti amavo troppo ed avevo paura di perderti.
         Carla e Gianna non uscivano e non si facevano vedere insieme ed essendo perfettamente uguali, nessuno sospettava che fossero due persone distinte.
         Ricordi quando ci incontrammo la prima volta in quel negozio, dove tu, per attaccare discorso, mi chiedesti un consiglio su quale camicia scegliere? Era Carla quella che stavi vedendo e con cui parlavi, ma al primo appuntamento in discoteca, dove ballammo tutta la notte, era venuta Gianna e non te ne accorgesti: non potevi immaginare.
        Quando andammo a fare quella gita in barca sul lago c’era Carla e con lei scambiasti il primo bacio e le prime effusioni amorose. Certamente non ti sei dimenticato la sera in cui andammo in quel ristorantino, con quella bella terrazza panoramica sul fiume, dove si cenò benissimo e, forse, bevemmo un po’ troppo.
       Quando si usci eravamo così felici che facemmo l’amore. C’era Gianna con te.
       Ancora con Carla andasti al mare a Rimini e ce la spassammo in quelle grandi piscine, con tutti quei giochi acquatici. A dire il vero, i primi tempi, ci siamo anche divertite a farti credere che fossimo sempre la stessa persona poi, quando mi sono innamorata, è cominciata la paura, mi chiedevo se fosse giusto che non ti dicessi la verità, ma non sapevo come l’avresti presa e per timore ho sempre taciuto.
       Tante volte, Carla e Gianna, si sono scambiate per uscire con te e ti chiederai come sopportassero una situazione del genere, se non fossero gelose e, soprattutto, come abbiano potuto ingannarti per tanto tempo.
       Sapevano sempre tutte e due quello che le riguardava, avevano le stesse emozioni, vedevano le stesse cose, perché vivevano lo stesso momento pur essendo fisicamente una con te e l’altra a casa.
      Quando tu accarezzavi ed abbracciavi Gianna anche Carla si sentiva accarezzare ed abbracciare, quando tu parlavi all’una anche l’altra ti ascoltava.
       A questo punto avrai capito che non potevano essere gelose e che sapevano sempre tutto per un solo motivo: io sono, o meglio ero, sia Carla che Gianna: loro insieme erano il mio corpo ed io, Claudia, il loro spirito.
       Siamo nate unite in un sol corpo e con una sola anima, i medici avevano potuto separare fisicamente i nostri organismi, ma non avevano potuto dividere il nostro spirito.
       Un intreccio invisibile ci legava l’una all’altra ed ora, che i miei corpi sono stati sepolti, finalmente, la mia anima è libera.
       Addio Giulio. La tua Claudia.
       Il religioso rimase molto perplesso e pensava: in effetti era stato concepito un corpo unico e dunque una sola anima.
       Non ebbe il tempo di rifletterci ulteriormente perché sentì la voce incerta ed affranta del giovane:
      “Padre! Padre! Mi sento andar via, sento che sto lasciando il mio corpo. Padre non vedo più, tutto sta diventando scuro, ora è buio, buio, buio come in un tunnel. Che silenzio! Là in fondo è apparsa una luce, si avvicina! Si avvicina: è Claudia! Come è bella e radiosa! Padre mi prende per mano! Padre devo andare con lei! Claudia amore mio.”
       La voce di Giulio si spense ed il religioso, mormorando una preghiera, con mano pietosa, gli chiuse gli occhi.

3 Commenti:

Anonymous Marshall ha detto...

Fantasia da vendere! Degna di un romanziere di successo! La trama anticipa un futuro che potrebbe anche avvenire. Questione difficile da dipanare che spinge comunque ad una riflessione: quei due corpi erano un corpo solo e quindi dotato di una sola anima, la quale dovette vagare contemporaneamente dall'una all'altra quando i medici divisero le due sorelle siamesi, creando di fatto due corpi distinti che fino allora erano state costrette al ragionamento all'unisono, e quindi con la stessa anima. Sicuramente c'era ampia conflittualità interna? Un bel match! Storia molto intrigante!

Marshall

5 ottobre 2010 alle ore 19:33  
Anonymous Anonimo ha detto...

Questo è unltro tuo sito!




greta

12 ottobre 2010 alle ore 15:23  
Anonymous Anonimo ha detto...

Avevo letto su alcuni scritti scientifici che trattavano contro la donazione degli orgeni, che l'anima del donante, volontario o non volontario, si agita a lungo in un cerchio di luce che sprigiona il sangue che esce a fiume quando vien reciso l'organo da donare. Anche chi riceve l'organo rimane turbato per il resto della vita. Questa non è fantascienza, visto che ne parlavano tre scienziati medici di continenti diversi i quali, tutti e tre erano contrari alla donazione degli organi, non per cinismo, ma per studi approfonditi fatti sul corpo del donatore, ove si evince che il corpo umano non è fatto solo di carne,sangue, ma anche di anima. L'Anima, quella che i cattolici ritieniamo sia eterna. Questo caso, mi ha riportato alla mente la questione appunto dell'Anima nel corpo umano e non è questione da poco. Gli scienziati concludevano all'unisono che il corpo umano non è una macchina con ruote di ricambio e che, cosa più importante, gli organi malati o definitivamente compromessi, possono essere ricostituiti da se stessi, soltanto se si fossero fatte ricerche approfondite. Invece, obiettavano, era stata scelta la via più breve: il ricambio dell'organo con la morte di un'altra vita in vita, no morta.

26 ottobre 2011 alle ore 01:20  

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